giovedì 17 novembre 2011

Esulto per la caduta di Berlusconi, ma non gioisco per Monti

Il giorno dopo il golpe militare di Pinochet, a Santiago del Cile arrivarono i "Chicago boys", gli economisti cresciuti alla scuola liberista di Milton Friedman, per prendere in mano le sorti economiche del paese e per guidarlo verso quella rinascita neo-liberista che ci ha portato, diritto diritto, al capitalismo selvaggio, alla globalizzazione sconsiderata, ai suoi scempi, alle sue ripetute crisi, all'abbattimento dello stato sociale e al rigonfiamento del debito degli stati e delle famiglie. Oggi, il capitalismo finanziario e l'imperialismo bancario, non hanno più bisogno della mano dei colonnelli: insediano direttamente gli economisti di parte e i banchieri di fiducia al governo di quello che rimane degli stati nazionali. E' proprio ciò che sta accadendo in Italia con la nascita del governo Monti, con il quale si inaugura la nuova fase di governo diretto delle banche e dei circoli finanziari e la sottomissione definitiva della politica all'economia e alla finanza. Sia ben chiaro: a tutto questo, oltre al trend e alla speculazione internazionali, ha concorso lo sciagurato governo Berlusconi, che già di per sè aveva installato, a Palazzo Chigi, il governo diretto del monopolista e dei suoi affari, condendolo di populismo illusionistico e di sciovinismo corporativo e territoriale. Ma la finanza internazionale doveva prevalere sugli interessi particolari sia degli stati nazionali che dell'affarista spregiudicato e manipolatore di turno. Per questo la borghesia italiana, alleata con la finanza internazionale, ha deciso che era venuto il momento di mettere da parte l'inconcludente e scandalistico Berlusconi per far posto a un governo che fosse diretta espressione di quella speculazione internazionale che, come si dice a Napoli, prima ci "ciacca" (cioè, ci ferisce, ci fa venire i bitorzoli) e poi fa finta di medicarci. Per tutto questo, se sono contento che sia finalmente finita l'insulsa era berlusconiana, allo stesso tempo non mi viene proprio di gioire per Monti che, prevedo, applicherà quelle ricette iperliberiste volte a rafforzare il potere e la ricchezza della grande finanza internazionale e ad assottigliare il già ridotto tenore di vita degli italiani.

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